“Il NO dell’Europa alla plastica monouso”
L’accordo del 19 dicembre sulla proposta della Commissione Europea di tagliare la produzione di oggetti in plastica monouso riguarda 10 tipologie di prodotti usa e getta che più inquinano spiagge e mari e che, insieme, costituiscono il 70% di tutti i rifiuti galleggianti. Tra queste troviamo:
• cannucce,
• cotton fioc,
• posate e stoviglie di plastica,
• bastoncini per mescolare le bevande e sorreggere i palloncini,
• le plastiche oxo-degradabili
• contenitori per cibo e tazze in polistirene espanso.
Gli Stati membri dovranno vigilare sull’attuazione delle norme, e verificare la riduzione della produzione di contenitori in plastica per cibo e bevande, incentivando alternative commerciabili e assicurandosi che tali contenitori non siano distribuiti gratuitamente (come già accade per i sacchetti compostabili).
Per le bottiglie di plastica, il rifiuto più diffuso sulle spiagge europee, si sono convenuti due obiettivi separati di raccolta:
• -77% entro il 2025
• -90% entro il 2029.
Entro il 2030, tutte le nuove bottiglie dovranno includere il 30% di plastica riciclata, con un target intermedio del 25% entro il 2025.
I produttori dovranno contribuire ai costi di smaltimento dei rifiuti di plastica e di pulizia di spiagge e mare, oltre a dare supporto a campagne di sensibilizzazione sul valore inquinante del packaging in plastica. Le aziende riceveranno, inoltre, incentivi per orientare la produzione su alternative sostenibili.
I produttori di filtri di sigarette, il secondo rifiuto più comune sulle spiagge d’Europa, dovranno contribuire finanziariamente alla realizzazione e mantenimento di infrastrutture per sbarazzarsi dei mozziconi, e i Paesi europei dovranno fissare obiettivi nazionali di raccolta delle reti da pesca in plastica (27% dei rifiuti marini), assicurandosi che questi vengano rispettati.
Grazie a questi accordi si stima un risparmio di 22 miliardi di euro in misure ambientali da qui al 2030, e soprattutto si eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Fonte: Focus