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Le polveri tossiche uccidono le api

api uccise da pesticidi

È ormai molto tempo che gli studiosi discutono sullo spopolamento degli alveari. Preliminarmente  le cause non erano immediatamente rintracciabili, per una serie di dati che andavano a sommarsi con degli altri creando una sorta di confusione.

Successivamente si è tentato di spiegare questo fenomeno incolpando patogeni emergenti, virus e persino onde elettromagnetiche dei cellulari.

Nonostante le numerose indagini, ad oggi emerge una curiosità: tra il 2005 e il 2010, le superfici coltivate a colza, girasole e soia per ottenere biocombustibili sono aumentate di quasi un terzo.

Probabilmente i numerosi pesticidi neonicotinoidi utilizzati per la concia dei semi producono delle polveri tossiche che avvelenerebbero gli insetti e ne causerebbero la morte.

Come entrano in contatto polveri e insetti?

Da alcuni studi emerge che le polveri tossiche, non si depositano solo sui terreni in cui il pesticida è impiegato, ma si propagano anche nelle diverse aree vicine. Dai medesimi studi si evince anche che spesso queste polveri vengono assorbite dalle radici per poi essere trasmesse al polline delle piante.

In Europa una stima rivela che vivano solo due terzi delle colonie di api che sarebbero necessarie per l’impollinazione.

L’ampliamento di terreni destinati alla produzione di biocombustibili ha prodotto un impiego sempre maggiore dei pesticidi tossici che ha decimato le api.

Probabilmente circa la metà dei paesi europei, tra cui Italia, Francia e Germania, soffrono la carenza di api.

A livello ambientale tale carenza è pericolosa perché le api sono fondamentali per l’intero ecosistema oltre che per il sistema alimentare, il quale produce conseguenze anche sulla salute dell’uomo.

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