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Italia – Un documento del Ministero per affrontare i cambiamenti climatici

KKL | cambiamento climatico Italia

Come affrontare i cambiamenti climatici in Italia? Serve una strategia nel lungo periodo che permetta di far fronte ai possibili risvolti ambientali.

Lo scorso mese di ottobre, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Andrea Orlando ha previsto un documento il cui titolo, Elementi per una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, sta ad indicare un testo pubblico, consultabile fino al 31 dicembre 2013 in cui viene definito un quadro di riferimento che indica alcune linee guida per affrontare i cambiamenti climatici in Italia.

100 scienziati ed esperti nazionali hanno collaborato nella stesura del documento, che conta circa 80 pagine, in cui ciascun cittadino può intervenire mediante un apposito form messo a disposizione dal Ministero.

Ha spiegato il ministro Orlando: “Non si parla solo di nuovi investimenti, ma di cambiare le politiche già in atto. È importante ripensare il Paese come se fosse collocato a un’altra latitudine e prepararlo al clima che sta cambiando. I primi segnali sono sotto agli occhi di tutti: lunghi periodi di siccità si alternano a temporali brevi e intensissimi che producono allagamenti, distruzioni, vittime”.

Prima di tutto occorre trovare una strategia valida che consenta di intensificare tutti gli sforzi nel campo della ricerca e dell’innovazione.

Nel documento si legge: “Si stima, infatti, che il cambiamento del clima, con un riscaldamento medio di 0.9°, possa generare una perdita tra lo 0,12 e lo 0,16 punti percentuale del Pil al 2050. Una somma corrispondente a circa 20-30 miliardi di euro, spalmata in settori come il turismo e l’economia delle regioni alpine”.

Più concretamente, viene sottolineato: “Gli impatti negativi attesi nei prossimi decenni sono correlati principalmente ad un innalzamento eccezionale delle temperature medie e massime (soprattutto in estate) all’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità ed episodi di precipitazioni piovose intense) ed alla riduzione delle precipitazioni annuali medie e dei flussi fluviali, con conseguente possibile calo della produttività agricola e perdita di ecosistemi naturali”.

Tra gli aspetti elencati nel documento, emerge l’importanza di donare maggiore attenzione alla stesura di una “mappa” delle zone più a rischio per tenere sotto controllo le zone considerate più urgenti. Nello scritto vengono anche menzionati alcuni “eventi estremi” come le “alluvioni lampo” (bombe d’acqua).

Quali sono, dunque, le soluzioni da adottare?

Si è pensato ad una rete meteo-idro-geologica, una mappatura delle aree più a rischio ed a sistemi di previsione che consentano di monitorare la situazione in tempo reale.

Nel documento sono individuabili alcuni obiettivi tra cui: migliorare le conoscenze sui cambiamenti climatici e sul loro impatto, descrivere le vulnerabilità del territorio associate e le opzioni di adattamento; supportare la identificare le migliori opzioni, coordinando e definendo le responsabilità.

Vista la natura interdisciplinare  dell’argomento, è necessario che le parti interessate si accordino in un dialogo con la società civile in modo tale da poter convergere le forze in un unico obiettivo condiviso.

 

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