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4 gas causano il buco dell’ozono

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Dopo aver appreso che l’Italia è il primo paese a rischio per l’inquinamento da ozono, occorre approfondire da dove derivi questo tipo di inquinamento.

L’ozono è una barriera che protegge dai raggi solari ultravioletti nocivi. Questa barriera risulta essere di notevole importanza anche per la sua funzione di protezione dal rischio di contrarre patologie mortali negli umani e problemi riproduttivi per gli animali.

Da uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature Geoscience è emerso che oltre ai già noti studi condotti sul caso, esistono quattro nuove sostanze nocive che contribuiscono al buco dell’ozono.

Ad esempio, i clorofluorocarburi, già limitati nel 1987, risultano essere i principali indiziati del buco dell’ozono. Il problema risiede nel fatto che questa sostanza risulta essere impiegata all’interno di prodotti spray (come le lacche per capelli). Nonostante una normativa ne limitasse l’impiego nel 1987, solo nel 2010 si è giunti alla messa al bando di questo tipo di composto.

Questa premessa è stata necessaria per sottolineare che tre dei nuovi gas scoperti rientrano nella gamma dei clorofluorocarburi mentre uno fa parte degli idroclorofluorocarburi.

Su alcuni portali web dedicati all’ambiente, sono emersi dati interessanti: “a preoccupare maggiormente gli esperti è il CFC-113a, le cui concentrazioni sono in crescita. Tutti e quattro non erano presenti nell’atmosfera fino al 1960, dato che indica chiaramente una loro matrice umana. I gas sono stati individuati sia nei campioni d’aria prelevati nelle nevi perenni della Groenlandia, un archivio affidabile di tutte le sostanze inquinanti emesse negli ultimi 100 anni, sia nei campioni atmosferici provenienti da Cape Grim in Tasmania”.

Gli esperti purtroppo non riescono ancora ad individuare da dove vengano emessi questi gas ma siamo certi che a breve grazie all’implemetazione di nuovi sistemi saranno in grado di fornire una risposta.

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