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Israele e la lotta al Punteruolo Rosso

Il Punteruolo Rosso è un parassita in grado di distruggere molte specie di palme in un piccolo lasso di tempo, solitamente in 4 mesi dal primo attacco.

La lotta al punteruolo rosso è un argomento sul quale si sta cominciando a dibattere da qualche mese, in seguito ai servizi lanciati da “Striscia la Notizia”.

In Israele, invece, sono all’incirca 10 anni che si cerca di combattere il Punteruolo Rosso e, ad oggi, sembra siano riusciti a controllare l’infestazione.
Nella parte settentrionale della Rift Valley, situata in Israele, sono situate delle costose produzioni di oltre 80 mila palme da dattero, mentre nel resto del territorio ne crescono altri tipi a scopo ornamentale.
L’infestazione si sarebbe ripercossa sulla produzione di datteri e sul paesaggio, proprio per questo è stato molto importante tagliare il problema “alla radice”, quando è stata colpita la Rift Valley.

Quali procedure sono state usate?

Inizialmente, è stato attuato un rigido sistema di quarantena che ha permesso di non avere alcuna ripercussione sull’industria ornamentale, eccetto nella regione di Eilat dove sono avvenute delle improvvise infestazioni nelle aree dove sono concentrati i più lussuosi hotel del Mar Rosso.
Il ministero dell’Agricoltura è intervenuto immediatamente in quella zona, allontanando la popolazione dai luoghi infestati per poi trattare l’area, prevenendo la diffusione del parassita.
Il ministero, ha poi posizionato nelle diverse zone interessate, in tutta Israele, migliaia di trappole “ai feromoni”, monitorate frequentemente e dotate di un codice a barre, collegato elettronicamente con i servizi di protezione delle piante che controllano la rete attraverso un sistema di calcolo.

Grazie all’efficenza dei numerosi e tempestivi interventi, concretizzati dalla continua vigilanza dall’uso massiccio di trappole, ci sono stati pochi problemi derivanti dal parassita e, quindi, rari trattamenti (ad Eilat, ce ne sono stati solamente 2 in 10 anni).

“Tutti sono coinvolti in un duro lavoro che include una serie di aspetti imprenscidibili per la lotta al punteruolo: un buon sistema di monitoraggio e di cattura massale; il libero accesso a tutte le palme infestate; la collaborazione con il pubblico; la registrazione di alcuni prodotti chimici che consentono di intervenire efficacemente anche nei luoghi pubblici. Quando gli esperti individuano una strada, infatti, la chiudono al traffico per 24 ore per poter iniettare tali prodotti nelle piante. Con questo sistema normalmente si riesce a salvare l’albero.”, ha raccontato Dan Gerling, professore del dipartimento di Zoologia dell’Università di Tel Aviv e responsabile del centro Perez per la pace.

Se davvero bastasse così poco per salvare un albero, perché non attualizzare questo metodo anche in Italia?

Salvare un albero, significa salvare una vita. Non dimentichiamolo.

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