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Inquinamento. Polveri ultrafini più pericolose delle polveri sottili

inquinamento smog

Alcune recenti ricerche scientifiche rivelano che la consistenza delle polveri conosciute come ultrafini sembra essere ancora più pericolosa di quella delle polveri sottili, già ampiamente analizzati dagli studiosi.

Tutto ruota attorno alle particelle di inquinamento che hanno molteplici caratteristiche in comune con quelle delle polveri sottili. Si tratta di  PM10 e PM2,5 che risultano essere più piccole e quindi più difficili da combattere.

I risultati sono stati sviluppati mediante uno studio del Laboratorio Energia e Ambiente di Piacenza il cui team di ricercatori ha rilevato che l’inquinamento prodotto dalle polveri ultrafini è senza dubbio maggiore rispetto a quello delle polveri sottili.

Inoltre gli scienziati hanno rilevato altri componenti che, finora, non erano ancora stati studiati, tra i quali: solfato e nitrato di ammonio, o anche parti di altri metalli.

L’assenza di studi pregressi in merito, ha fatto sì che il legislatore non abbia mai preso in considerazione la possibilità  limitarne le emissioni.

Il problema di queste polveri risiede nel fatto che, oltre ad essere prodotte, esse ristagnano nell’aria con conseguenze dannose per l’organismo umano che, inevitabilmente, le respira.

Michele Giugliano, direttore delle ricerche e docente d’inquinamento atmosferico del Politecnico di Milano afferma che la soluzione non è semplice perché: “le polveri ultrafini non sono immesse da nessuna fonte esterna ma si trasformano nell’atmosfera. Ad esempio, con la condensa”.

A questo proposito, per quanto riguarda il contesto italiano a nulla servono i provvedimenti come le “domeniche a piedi”, lo stop del traffico e le limitazioni al riscaldamento domestico. Si tratta dunque di un problema che necessita di provvedimenti mirati a livello nazionale.

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