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Entro il 2030 il carburante verrà estratto dai rifiuti

rifiuti e biocarburanti

Da giorni ormai questa notizia rimbalza sui media: entro il 2030 circa il 16% del carburante prodotto per il trasporto verrà estratto da scarti agricoli e alimentari. Nello specifico si tratta di rifiuti agricoli, forestali e di quelli raccolti nelle città.

Secondo una stima preliminare e che quindi per il momento rimane quanto meno un’ipotesi, dagli scarti prodotti dall’Europa su base annuale, sarà possibile ricavare 900 milioni di tonnellate di biofuel all’anno.

Questa ipotesi risulta essere un risultato interessante se si considera che si sta tentando di sfruttare materiali di scarto.

I biocarburanti andrebbero a ridurre le emissioni di CO2 generalmente prodotti dal trasporto su strada.

Lo studio al vaglio degli esperti ha preso in considerazione tre diversi metodi per creare biofuel:

  • Etanolo biochimico: utilizza enzimi per rompere la cellulosa in zuccheri semplici e poi li converte in etanolo;
  • FT-diesel: basato su una conversione di materie prime
  • Pirolisi: basata su una forma alternativa di gassificazione.

Sarà possibile arrivare ad una riduzione dei gas serra che andrà dal 60% al 300% grazie a:

  • Paglia
  • Residui forestali e del legno
  • Rifiuti urbani

Il biocarburante sarà prodotto dagli scarti, ciò significa che in nessun modo ci sarà il rischio di sottrarre aree del territorio destinate all’agricoltura tradizionale.

Oltre ai benefici ambientali, questa tecnica porterà vantaggi anche economici e sociali, perché in tal modo si potranno creare circa 300 mila nuovi posti di lavoro.

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